Basta un tatuaggio per essere escluso dai concorsi nelle forze armate e di polizia?

Dopo aver passato le selezioni di un concorso per entrare nel corpo dei carabinieri, si ritrova respinto alle visite mediche a causa di un tatuaggio sulla gamba destra. I giudici, nell’affrontare la decisione, ricordano che la fattispecie deve essere valutata caso per caso: vero è che la presenza di un tatuaggio è circostanza neutra ai fini della idoneità o meno al reclutamento nell’Arma dei carabinieri; nondimeno occorre valutare caso per caso, al fine di verificare se detto tatuaggio possa comunque rappresentare, se non un indice di abnormità della personalità, comunque un motivo di non decoro per il Corpo militare, tale da determinare un giudizio di non idoneità.

Le previsioni del bando circa la presenza di tatuaggi negli aspiranti devono essere declinate secondo criteri di ragionevolezza, adeguatezza e proporzionalità, tenendo conto sia della collocazione del tatuaggio sia delle sue caratteristiche e, con riferimento al caso di specie, avendo altresì riguardo al fatto che lo stesso è stato, praticamente, rimosso con la tecnica laser. Nel caso in esame quindi, un tatuaggio in via di rimozione, posizionato sulla gamba destra del candidato, non può costituire motivo di esclusione dal concorso.

Consulta la Sentenza n. 6616, 6.6.2017, TAR Lazio

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