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Caporalato: anche se è trascorso molto tempo dai fatti il carcere è giustificato
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 16618 del 4.4.2017, esamina il ricorso contro una condanna per sfruttamento del lavoro. LÂ’uomo costringeva i suoi dipendenti a pagare per lavorare

Confermata la condanna per un uomo, un “caposquadra”, che usava violenza e minacce per ottenere denaro dai suoi sottoposti, in cambio del lavoro. Questi, assunti per l’azienda agricola per la quale lavorava anche l’imputato, erano costretti a consegnare quantità di denaro in cambio del mantenimento del posto di lavoro.

La difesa del “caporale” in Cassazione verte in particolare su un punto: il tempo trascorso fra il reato ascritto e il momento eventuale di applicazione della pena sarebbe eccessivo, tanto da rendere le misure cautelari abnormi e non più necessarie. Dati gli anni trascorsi il pericolo reale di ricaduta e di reiterazione del reato sarebbe trascurabile.

I giudici sono di opinione difforme e proseguono a confermare la Sentenza di condanna. L’uomo svolge tuttora la medesima mansione, nella medesima società. Il pericolo che le minacce, i ricatti e le ritorsioni ricomincino è alto, come fra l’altro testimonierebbero alcuni episodi particolarmente gravi (minacce di morte). Perciò ha ben poca importanza che siano trascorsi anni dal reato contestato, e si hanno tutte le ragioni per applicare la misura cautelare.

Consulta la Sentenza n. 16618 del 4.4.2017, Corte di Cassazione


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