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Occupazione di suolo pubblico: la concessione decade se vengono occupati spazi in eccedenza
Il TAR Lazio, con Sentenza n. 225/2017, respinge il ricorso di una società che si è vista prima revocare poi rifiutare l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico, in seguito a ripetute infrazioni

La Polizia Locale rilevava, a carico di una società titolare di un’attività di commercio, numerose infrazioni al C.d.S. e al regolamento comunale. Questa avrebbe occupato, in più occasioni, una porzione di suolo eccedente rispetto alla quantità concessa. Ciò ha portato alla conseguente pronuncia di decadenza della concessione all’occupazione di suolo pubblico e al rifiuto di una seconda richiesta da parte della medesima società, poiché “Al soggetto dichiarato decaduto non possono essere rilasciate nuove concessioni per la durata della concessione originaria” (art. 8, c.2, Regolamento Cosap).

Inoltre, come ricorda il TAR Lazio nel procedere al respingimento del ricorso, l’art. 8 c. 1 del Regolamento Cosap succitato, stabilisce che “Sono cause di decadenza dalla concessione:

Tardività dei pareri e mancato rispetto dei termini di conclusione del procedimento

Altro punto del contendere sarebbe la lamentata tardività del parere contrario della Conferenza di servizi, arrivato oltre il termine massimo di 60 giorni in cui si sarebbe dovuta concludere la domanda di occupazione di suolo pubblico.

I giudici respingono quest’ulteriore motivo di ricorso, riaffermando il principio secondo il quale il mancato rispetto dei termini temporali non inficia la validità dei provvedimenti presi che restano quindi validi, anche se tardivi.

Consulta la Sentenza TAR n. 225 del 9.1.2017


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