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Lecito il sequestro preventivo dell’auto se questa è utilizzata costantemente e con reiterazione al fine dell’esecuzione di un reato
Lo chiarisce la Corte di Cassazione esaminando un caso di stalking ai danni del proprietario di un’attività commerciale

La Corte di Cassazione esamina il caso di due uomini che recavano disturbo a una terza persona, parcheggiando costantemente i loro automezzi in modo da bloccare l’accesso all’attività commerciale dell’offeso. I giudici, come riportato in Sentenza n. 1826/17, hanno confermato il sequestro preventivo d’urgenza di un autocarro e un’automobile usati in maniera reiterata per il compimento del reato.

A giustificare il sequestro la pertinenza degli automezzi con il reato ex art. 612-bis C.P. (atti persecutori e stalking) e l’oggettivo collegamento di questi con il reato non in termini occasionali ma di uno stretto nesso strumentale. La Corte ricorda infatti come “i diritti patrimoniali dei singoli non possano essere sacrificati in modo indiscriminato attraverso la sottrazione di cose la cui disponibilità è di per sé lecita, a meno che non siano oggettivamente e specificamente predisposte, anche attraverso modificazioni, per l’attività criminosa”.

La circostanza che si tratti di beni la cui disponibilità è appunto lecita non è influente ai fini della legittimità del sequestro. Ciò che fa la differenza è il nesso strumentale con il reato perpetrato. Questo è sufficiente a giustificare la misura cautelare, al fine di evitare che la disponibilità della cosa utilizzata con finalità illecite possa protrarle nel tempo o aggravarne nel conseguenze.

Consulta la Sentenza n. 1826 della Corte di Cassazione 


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