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Decreto "del fare"
Il testo coordinato definitivo approvato in Senato

Pubblichiamo il testo definitivo del Decreto del Fare, dopo l’approvazione di ieri sera da parte del Senato, con 190 voti  favore, 67 contrari e un solo astenuto. A favore del provvedimento hanno votato gli esponenti della maggioranza diPd, Pdl, Scelta civica, mentre in opposizione al decreto si sono espressi Lega Nord, MoVimento 5 Stelle e Sinistra, Ecologia e Libertà.

Una votazione, comunque, concitata, che non ha risparmiato sorprese in sede di dibattimento. In primo luogo,l’elevato numero di emendamenti – 700 poi ridotti a 200 - che ha rallentato pesantemente un cammino già segnato per il testo. Quindi, alcuni passaggi a vuoto della maggioranza, che è andata sotto due volte, prima sulla tassa dei telefonini e poi sull’ordine del giorno relativo alle nuove norme sui concorsi per i magistrati.

Il decreto, come noto, contiene oltre 100 articoli, che coprono un ventaglio di materie amplissimo, dalla mediazione civile, reintrodotta come condizione di procedibilità ma molto ammorbidita nel corso degli esami parlamentari, o le novità in tema di edilizia, con lo sblocca cantieri e altri importanti aggiustamenti alla disciplina del mattone e delle infrastrutture.

Anche per la pubblica amministrazione le novità non son di poco conto: su tutte, una poco dibattuta, ma che interessa da vicino migliaia di enti locali, è il progetto dei 6000 campanili, che dovrebbe finanziare progetti di sviluppo in aree periferiche nei prossimi anni. Ancora, una delle ultimissime modifiche introdotte per i Comuni, riguarda le future dismissioni del patrimonio pubblico locale, dalle quali, per una quota del 10%, arriverà un regalino allo Stato per allentare la presa del debito pubblico.

Ancora, un emendamento importante riguarda il pagamento delle multe per infrazioni stradali, che verranno ridotte del 30% qualora il versamento sia effettuato entro i primi 5 giorni dalla contestazione, purché non sia coinvolto ritiro della patente o confisca del veicolo.

Per le imprese, le nuove disposizioni si traducono in termini di minimi di investimento per i contratti di sviluppo, mentre viene riportata al 50% la quota riservata agli interventi entro i 500mila euro. Riguardo le norme relative all’incompatibilità, potranno mantenere il doppio incarico i sindaci parlamentari eletti prima del settembre 2011 per Comuni entro i 20mila abitanti.

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Fonte: LeggiOggi.it


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