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Decreto sicurezza, multe e Daspo a chi abusa della movida

Fonte: www.corriere.it

Sarà un decreto. E potrebbe arrivare a ridosso della seconda tornata delle elezioni amministrative. È pronto il piano del Viminale sulla sicurezza urbana. Un provvedimento che concede maggiori poteri ai sindaci e un più forte coordinamento dello Stato in materia di tutela della sicurezza delle città e del decoro urbano in modo da colpire soprattutto chi abusa della movida. E contempla la possibilità di “ordinanze stabili”, cioè che non possono essere impugnate di fronte ai tribunali amministrativi, anche se su questo i giuristi non sono affatto d’accordo.
I tempi del decreto
Non è ancora chiaro se il decreto del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, verrà presentato nel prossimo Consiglio dei ministri o in quelli successivi. Nel corso dell’ultimo incontro tra i due il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe espresso perplessità rispetto all’ipotesi di intervenire prima dei ballottaggi. L’impianto è già stato concordato con l’Anci e il testo, formato da una ventina di articoli, prevede svariate novità. C’è il Daspo contro spacciatori, parcheggiatori abusivi e l’«accattonaggio invasivo». C’è il divieto di manifestazioni in luoghi particolari senza l’avallo del Viminale. E la possibilità di emettere ordinanze urgenti.


L’Obiettivo
La sicurezza viene vista come «bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città». E viene perseguita anche «attraverso la riqualificazione e il recupero dei siti più degradati, all’eliminazione dei fattori di marginalità sociale e di esclusione, la prevenzione della criminalità. In particolare quella di tipo predatorio, dei fenomeni antisociali e di inciviltà». L’intento dichiarato del provvedimento è quello di avere «strumenti adeguati per garantire una serena convivenza nelle nostre città».
Le linee del governo
La principale novità cui è ispirato il testo è ribaltare l’impostazione attuale in cui le regioni interloquiscono direttamente in materia di sicurezza urbana. Gli accordi tra Stato e regioni dovranno svolgersi nell’ambito di linee generali adottate su proposta del Ministero dell’Interno. Fulcro del coordinamento governo città diventa la Conferenza Stato città e Autonomie locali.
Limitazione ai cortei
A «tutela della sicurezza di particolari luoghi, il prefetto, sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, definisce, sulla base delle direttive del Ministro dell’interno, le aree urbane nelle quali è possibile lo svolgimento di pubbliche manifestazione» che vedono in piazza un gran numero di partecipanti.
Daspo per droga
Limitazioni verranno poste, in luoghi particolari, «all’abuso di bevande alcoliche, all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, all’esercizio della prostituzione, o alla violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione di spazi». Potranno essere oggetto di questo tipo di «tutela» «stazioni, giardini pubblici, infrastrutture fisse e mobili, ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, e le relative pertinenze». A tal fine è previsto che i regolamenti di polizia urbana possano individuare aree urbane di «particolare pregio artistico, storico o architettonico o interessate da consistenti flussi turistici, o adibite a verde pubblico» cui applicare questi divieti.
Le pene previste
Per chi trasgredisce sono previste sanzioni pecuniarie, l’allontanamento dal luogo in cui è stato commesso il fatto, e il sequestro delle cose servite o destinate a commettere l’illecito o che ne costituiscono il provento. Somme da destinare al miglioramento del decoro urbano. Il Daspo dura 48 ore e viene rivolto per iscritto. In caso di reiterazione dei fatti il questore, qualora dalla condotta tenuta possa derivare pericolo per la sicurezza, può disporre,un allontanamento più duraturo: fino a un anno. Per chi contravviene è prevista la reclusione da uno a tre anni.Sarà un decreto. E potrebbe arrivare a ridosso della seconda tornata delle elezioni amministrative. È pronto il piano del Viminale sulla sicurezza urbana. Un provvedimento che concede maggiori poteri ai sindaci e un più forte coordinamento dello Stato in materia di tutela della sicurezza delle città e del decoro urbano in modo da colpire soprattutto chi abusa della movida. E contempla la possibilità di “ordinanze stabili”, cioè che non possono essere impugnate di fronte ai tribunali amministrativi, anche se su questo i giuristi non sono affatto d’accordo.
I tempi del decreto
Non è ancora chiaro se il decreto del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, verrà presentato nel prossimo Consiglio dei ministri o in quelli successivi. Nel corso dell’ultimo incontro tra i due il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe espresso perplessità rispetto all’ipotesi di intervenire prima dei ballottaggi. L’impianto è già stato concordato con l’Anci e il testo, formato da una ventina di articoli, prevede svariate novità. C’è il Daspo contro spacciatori, parcheggiatori abusivi e l’«accattonaggio invasivo». C’è il divieto di manifestazioni in luoghi particolari senza l’avallo del Viminale. E la possibilità di emettere ordinanze urgenti.

L’Obiettivo
La sicurezza viene vista come «bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città». E viene perseguita anche «attraverso la riqualificazione e il recupero dei siti più degradati, all’eliminazione dei fattori di marginalità sociale e di esclusione, la prevenzione della criminalità. In particolare quella di tipo predatorio, dei fenomeni antisociali e di inciviltà». L’intento dichiarato del provvedimento è quello di avere «strumenti adeguati per garantire una serena convivenza nelle nostre città».
Le linee del governo
La principale novità cui è ispirato il testo è ribaltare l’impostazione attuale in cui le regioni interloquiscono direttamente in materia di sicurezza urbana. Gli accordi tra Stato e regioni dovranno svolgersi nell’ambito di linee generali adottate su proposta del Ministero dell’Interno. Fulcro del coordinamento governo città diventa la Conferenza Stato città e Autonomie locali.
Limitazione ai cortei
A «tutela della sicurezza di particolari luoghi, il prefetto, sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, definisce, sulla base delle direttive del Ministro dell’interno, le aree urbane nelle quali è possibile lo svolgimento di pubbliche manifestazione» che vedono in piazza un gran numero di partecipanti.
Daspo per droga
Limitazioni verranno poste, in luoghi particolari, «all’abuso di bevande alcoliche, all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, all’esercizio della prostituzione, o alla violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione di spazi». Potranno essere oggetto di questo tipo di «tutela» «stazioni, giardini pubblici, infrastrutture fisse e mobili, ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, e le relative pertinenze». A tal fine è previsto che i regolamenti di polizia urbana possano individuare aree urbane di «particolare pregio artistico, storico o architettonico o interessate da consistenti flussi turistici, o adibite a verde pubblico» cui applicare questi divieti.
Le pene previste
Per chi trasgredisce sono previste sanzioni pecuniarie, l’allontanamento dal luogo in cui è stato commesso il fatto, e il sequestro delle cose servite o destinate a commettere l’illecito o che ne costituiscono il provento. Somme da destinare al miglioramento del decoro urbano. Il Daspo dura 48 ore e viene rivolto per iscritto. In caso di reiterazione dei fatti il questore, qualora dalla condotta tenuta possa derivare pericolo per la sicurezza, può disporre,un allontanamento più duraturo: fino a un anno. Per chi contravviene è prevista la reclusione da uno a tre anni.


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