L'imputato è responsabile del reato di omicidio colposo aggravato per condotta imprudente anche se l'altro conducente coinvolto nel sinistro non aveva dato precedenza ex art. 145 C.d.S.: la velocità non adeguata, tenuto conto del limite imposto dalla segnaletica e dell'approssimarsi di intersezione, contribuisce in termini di causalità efficiente a provocare il sinistro in conseguenza del quale un terzo ha perso la vita. Lo conferma la Corte di Cassazione con Sentenza 50780/2016
In primo piano
Gli atti di indagine, compiuti dalla Polizia giudiziaria, anche se redatti da una Pubblica Amministrazione, sono sottratti al diritto di accesso regolato dalla l. 7 agosto 1990, n. 241. Lo ha rammentato il Consiglio di Stato nella Sentenza n. 4537/2016.
Il giudizio di difformità dell'intervento edilizio rispetto al titolo abilitativo rilasciato, presupposto dell'irrogazione delle sanzioni, non è connotato da discrezionalità tecnica, ma integra un accertamento di fatto: pertanto l'ordine di demolizione delle opere abusive non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico. Lo ribadisce il TAR Piemonte con Sentenza n. 1448/2016
La Corte di Cassazione, con Sentenza n. 24751/2016, conferma l'annullamento di verbale perché lo stesso indica che non era stata fatta la contestazione immediata ex art. 201 C.d.S. per reato accertato su strada extraurbana, ove è possibile installare autovelox automatici, ma al di fuori dellarea esclusa dallobbligo di contestazione immediata per decreto prefettizio.
Perfezionato lo scambio di notifiche previsto per l'entrata in vigore dell'Accordo sulla Cooperazione di polizia e doganale tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio Federale svizzero. Lo segnala il Ministero degli Affari Esteri con comunicato pubblicato il 6.12.2016
Accertamenti ex. Art. 126 bis C.d.S. e censure in giudizio per mancata comunicazione dell'Anagrafe: nel rilevare che, in alcuni casi, l'Amministrazione non si è costituita ed è stata quindi dichiarata contumace, il Ministero, con Circolare prot. 25476/2016, ribadisce che la costituzione in giudizio è obbligatoria sia per difendere i propri provvedimenti, sia per evitare condanne alle spese e quindi all'erario, sia infine per ragioni di immagine dell'Amministrazione
Il Consiglio di Stato ritiene che vada ribadito l'orientamento per il quale la licenza di porto d'armi non può essere rilasciata (e quella già rilasciata va ritirata) nel caso di condanna per un "reato ostativo" previsto dall'art. 43 c. 1 TULPS, pur quando l'interessato abbia ottenuto la riabilitazione, disciplinata dall'art. 178 C.P.