Vigile di prossimità, via alla sperimentazione in 15 Comuni

Arriva in Toscana la sperimentazione sui ‘vigili di quartiere’, ottanta in quindici comuni. E la Regione è pronta a sostenerne i costi per tre anni. Una spesa di tre milioni ogni anno. Un modo per alzare la percezione di sicurezza nelle città, con pattuglie a piedi che, lavorando nelle strade e nei quartieri più ‘delicati’, opereranno nella realtà quotidiana e diventeranno punto di riferimento per i commercianti e deterrente per le persone poco oneste.

L’idea era stata lanciata nei mesi scorsi, accanto alla richiesta di un innalzamento della dotazione organica delle forze dell’ordine, che risulta insufficiente anche in Toscana. I dettagli sono stati messi a punto dopo ottobre. Sono state trovate anche le risorse e ieri è arrivato il via libera dalla giunta  toscana, che definisce l’elenco della città dove gli ottanta vigili di quartiere, pagati dalla Regione, inizieranno ad operare: quindici comuni dove, negli ultimi tre anni, più alto è stato  l’indice di furti e rapine, reati legati al traffico di stupefacenti, violenze sessuali, minacce, lesioni e percosse. Il criterio di scelta concordato con Anci ha riguardato infatti l’indice di delittuosità in rapporto al numero di abitanti equivalenti dei comuni, cioè gli abitanti, gli spostamenti giornalieri in entrata e uscita e il numero di turisti. Sono stati considerati inoltre solo i comuni con un numero di abitanti equivalenti sopra 35.000: quelli sopra 55.000 abitanti equivalenti avranno le risorse per impegnare due vigili di quartiere per tre turni e quelli tra 35.000 e 55.000 avranno le risorse per impegnare due vigili di quartiere per due turni.

 

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